Il professor Vittorio Elia (vittorioelia@unina.it) ha spiegato in modo chiaro come si prepara un rimedio omeopatico.

Le soluzioni omeopatiche sono preparate attraverso una metodica particolare: si procede con una soluzione che presenta una piccola quantità di soluto diluita in un liquido acquoso e si scuote il tutto energicamente.
Già dopo 4 o 5 diluizioni di questo tipo la quantità di soluto è ridotta ai limiti della misurabilità. L'operazione può essere ripetuta anche centinaia di volte.

Aumentando il numero delle diluizioni non troviamo più traccia del principio attivo inizialmente presente e potremmo pensare di aver ottenuto semplice diluente (soluzione idroalcolica).
Le soluzioni omeopatiche però presentano proprietà chimico-fisiche differenti dal diluente usato in partenza, infatti acquisiscono nuove proprietà, per esempio:

  • la conducibilità elettrica è notevolmente aumentata,
  • il calore generato dal mescolamento con una soluzione alcalina è aumentato,
  • il pH è variato in modo misurabile.

Immagini spettroscopiche e il microscopio atomico mostrano la formazione di aggregati.
Una ipotesi recente è che tali strutture molecolari memorizzerebbero ed emetterebbero un campo elettromagnetico specifico.

Vi è molto da studiare ma possiamo affermare di trovarci di fronte ad un elemento in grado di fornire anche informazioni di tipo terapeutico (vd post “Omeopatia medicina e metodi sperimentali”)

La sperimentazione omeopatica si attua su soggetto volontario sano e non necessita dell’approvazione del comitato etico poiché il rimedio omeopatico è preparato con extradiluizioni e succussioni e perciò non può produrre gli effetti biochimici che invece sono tipici delle preparazioni farmacologiche.
Nonostante non sia necessaria l'approvazione di un comitato etico, tuttavia esiste un'etica in medicina omeopatica:

“Un principio fondamentale per il medico omeopatico è di non usare per nessun malato alcuna medicina che non sia stata prima sperimentata nell'uomo sano e che non sia nota”

(Nota 1, paragrafo 285, dell’Organon - S. Hahnemann)

1 Dal 1965 professore associato del Dipartimento di Chimica dell'Università Federico II di Napoli. Responsabile della ricerca nel settore della chimica-fisica delle soluzioni.

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