OMCEO
ORDINE PROVINCIALE DI ROMA
DEI MEDICI-CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI
Testamento biologico,
medico potrà rifiutare di staccare la spina
(DIRE) Roma, 19 apr. - A fronte del rifiuto di un trattamento sanitario da parte del paziente
"il medico non ha obblighi professionali". E' quanto prevede un emendamento approvato
dall'aula della Camera (con 281 si', 120 no e 10 astenuti) frutto dell'accordo Pd-Ap
e sostenuto anche da Udc, Des-Cd, Lega e Forza Italia (con alcuni distinguo),
impegnata sulla legge che riguarda il biotestamento.
Contrario alla norma il gruppo M5s perchè "cosi'- ha spiegato Matteo Mantero-
si introduce nella legge una forma di obiezione di coscienza" per i medici.
Ha votato contro anche Mdp (Movimento democratico e progressiyi.
Delia Murer ha sottolineato:
"E' una forzatura che non ci piace e non vorremmo stravolgesse il senso della legge".
L'emendamento si aggiunge al comma 7 dell'articolo 1 che cosi' recita:
"Il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente
di rifiutare il trattamento sanitario o di rinunciare al medesimo
e, in conseguenza di ciò, è esente da responsabilità civile o penale.
Il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge,
alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinicoassistenziali".
La novità è che "a fronte di tali richieste, il medico non ha obblighi professionali".
In pratica, ad esempio, di fronte alla richiesta di un paziente di sospensione
o nutrizione artificiale, con il distacco da macchinari, un singolo medico
potrà rifiutarsi di staccare. Ovviamente, il paziente potrà rivolgersi
a un altro medico nell'ambito della stessa struttura sanitaria.
Visto che il dibattito si era animato Giovanni Monchiero (Civici e innovatori)
aveva chiesto l'accantonamento della norma. La richiesta è stata bocciata con 80 voti di differenza.
La relatrice Donata Lenzi (Pd), in aula alla Camera, spiega che la questione
dell'obiezione di coscienza "è uno dei punti piu' difficili della legge.
Non abbiamo a che fare- sottolinea- con bottoni che si premono
ma con persone (i medici, ndr.). C'è stato un lungo dibattito: c'è chi ritiene
che l'autonomia professionale del medico debba prevalere e chi ritiene che la decisione del paziente debba essere sempre quella prevalente. Noi avevamo già previsto che se il paziente dice di 'no' a un trattamento o 'basta' con le cure quella decisione deve essere rispettata da tutti senza conseguenze sul piano penale. Ora abbiamo aggiunto che anche la libertà del paziente incontra dei limiti. Con questa legge- continua la relatrice- non stiamo parlando solo di nutrizione e idratazione, l'articolo 1 riguarda tutto il consenso informato e tutte le casistiche sanitarie che possono capitare e che non sempre sono drammatiche.
Nella quotidianità ci sono persone che chiedono al medico cose o terapie che non si possono fare, farmaci che non si possono acquistare. Il medico ha tutto il diritto, appoggiandosi alla sua deontologia professionale, a dire di 'no'." Lenzi sottolinea che M5s, argomentando la sua contrarietà all'emendamento approvato, ha fatto riferimento al "caso piu' raro: uno puo' rifiutarsi di staccarmi dalla macchina?". Per la relatrice "si richiede al medico un comportamento attivo". E quindi, con l'aggiunta di questa norma, "se il medico ritiene che la richiesta che vada contro la sua coscienza, da codice deontologico puo' dire che si astiene e farsi carico della cura finche' non arriverà il suo sostituto".
L'esponente Pd conclude: "Non possiamo puntare un fucile alla tempia del medico e dirgli 'stacca la macchina'".
(Wel/ Dire)