Orto omeopatico: 30 maggio 2015
Raffaella Pomposelli medico omeopata hahnemanniana
Abbiamo iniziato la prima osservazione delle piantine che sono state trapiantate 10 giorni fa.
Il passaggio dal guscio protetto al terreno è stato risentito poco poco da alcune piantine come peperoni, melanzane, fragole, finocchi e pomodori.
Sebbene la terra dell'orto sia stata preparata con la torba e terriccio con quarzo, per basilico, peperoncini, prezzemolo, sedano, zucchine trombetta e cetrioli è stato più complesso il passaggio del trapianto in terra. Le piantine hanno ingiallito nelle foglie più esterne, i peperoncini tendono ad afflosciarsi (lo vedete nelle fotografie).
La scarola invece si è trovata a suo agio.
Abbiamo osservato anche che i fagioli del 3 maggio hanno sofferto il passaggio dal clima e terra della montagna al clima e terra di pianura.
Dall'osservazione sono emersi sintomi non verbali prendendo in considerazione il fatto del trapianto delle piantine e cambio di area abitativa, delle 2 grandinate subite in questi 10 giorni, del cambio repentino della temperatura e dell’umidità, dell’arresto della crescita o della crescita troppo veloce e con stelo gracile, del fatto che gli insetti hanno subito tentato di colonizzare le piantine più fragili:
Dobbiamo osservare perché siamo tutti esseri viventi che quando soffriamo lottiamo per vivere e i sintomi che esprimiamo sono il linguaggio (anche non verbale) attraverso il quale chiediamo aiuto.
Da qui la decisione di somministrare Silicea 100MK.
Sono stati sciolti 10 globuli in mezzo litro composto da 2/3 di acqua e 1/3 di alcool a 70°; di questa diluizione sono stati utilizzati 10 cc per ogni 8 litri: informazione pura, o acqua
fresca penserà qualcuno!
La prossima osservazione collettiva avverrà sabato 13 di giugno in occasione della conferenza prevista. Valuteremo se ci sarà stato cambiamento e di quale entità.
Stiamo creando una lista "ORTO" aperta a tutte le persone che desiderano partecipare a questa storica esperienza. Potete scrivere alla mail della Fondazione Belladonna Onlus: info@omeopatiabelladonna.it
Che cosa rende l'esperienza affascinante per me? Lavorare con le mani nella terra, osservare attraverso le piantine che cosa la terra chiede per nutrirle bene, pensare al rimedio omeopatico più simile da somministrare.
Allora potremo cogliere dalla terra i frutti e restituirle nutrimento con il rimedio omeopatico che la renda più sana di quando l'abbiamo incontrata, per le prossime colture e per chi verrà dopo di noi.