Intervista al Dott. Ajit Kulkarni

Intervista al Dott. Ajit Kulkarni (Traduzione di Isa di Domizio)

by / lunedì, 15 agosto 2016 / Published in Archivio
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Intervista al Dott. Ajit Kulkarni

  1. Quando e come è venuto a conoscenza dell’ omeopatia?
Ajit: Il mio ingresso nell’ omeopatia è interessante e un pochino differente. Lei può non credere (e ciò non cambia la realtà). Il mio primo contatto con l’ omeopatia avvenne quando avevo 14 anni. Il mio Guru spirituale disse a mio padre “Ajit diventerà un medico omeopata e vedo che in futuro si metterà al servizio dell’omeopatia.” Le parole del Guru non impressionarono mio padre in quella occasione, poiché all’epoca eravamo totalmente inconsapevoli della omeopatia. Quando superai il 12° esame, mio padre tornò a vedere il Guru per consigliarsi sulla mia carriera. Il mio Guru rammentò a mio padre la visione che aveva avuto in precedenza.
    Quindi fui introdotto alla omeopatia a divenni uno studente. Lentamente, la mia conoscenza di questa meravigliosa scienza della guarigione aumentò con l’andare degli anni ed ora mi sento come un pesciolino nell’oceano dell’omeopatia.
  2. Vi sono diverse nuove metodologie nella pratica omeopatica create dopo Hahnemann. Qualunque sia la metodologia seguita da un omeopata, l’accettazione di un caso rimane un aspetto importante.
    Qual è il suo consiglio per un novizio omeopata?
    Ajit: Si. lei ha ragione; un’attenta e accurata scelta è il fondamento di ogni pratica medica e ad essa non ci sono alternative.La formulazione di nuovi concetti è un processo in continuità e riflette la vivacità della scienza. La scienza umana dell’ omeopatia non fa eccezione. Non sono contrario ad alcun metodo in particolare, ma sono contrario ad una applicazione rigida ed esclusiva dei suoi seguaci. L’omeopatia è ad un tempo scienza e arte e richiede un atteggiamento flessibile nella sua applicazione, poiché la terapia si basa sull’individualizzazione e sul concetto di totalità. E’ come se lei seguisse la teoria in modo scientifico e razionale ma abbastanza artistico da consentire l’accesso alla pratica scientifica. Prendiamo la dottrina Jainista denominata “Anekantavad”. Si tratta della dottrina della “many-ness” della verità secondo la quale non ci può mai essere un solo punto di vista. Non ci può essere “un” solo modo di raggiungere la verità ma vi sono “molti” modi. Possiamo applicare il concetto della Anekantavad a quello di totalità e percezione. Anekantavad è come studiare il centro di un cerchio da un qualsiasi punto del suo perimetro. Sono molti i percorsi per raggiungere il centro. Parimenti, sono molti gli approcci nell’affrontare una stessa cosa. La guarigione del paziente corrisponde al centro del cerchio. Noi possiamo raggiungere il centro (guarigione) in molti modi diversi, che con quel punto di vista sono corretti. Il problema si verifica quando non riusciamo a comprendere l’approccio di un altro per raggiungere il centro (guarigione). Restiamo inamovibili nel dimostrare che abbiamo ragione. La nostra visione limitata e il nostro intelletto malato ci sprofonda in uno stato di distacco dalla realtà nel quale crediamo che “noi abbiamo ragione e tutto il mondo ha torto”. Se nel supremo viaggio per raggiungere Dio – che ognuno intraprende, consente molti modi, come è possibile che per curare il paziente vi sia un solo modo?
Affinché lo studente potesse afferrare il concetto di totalità ho scritto un articolo “ANALISI OGGETTIVA DEL CASO. RICETTA IN 20 PUNTI; uno schema per l’utilizzo della filosofia Omeopatica e Organon nella pratica clinica.” Lo scopo è quello di non allontanarsi dalla totalità e di valutare i componenti dei dati per giungere ad un similimum. Si è flessibili e totali allo stesso tempo.
  3. Da quale libro è stato maggiormente influenzato e perché?
    Ajit: Dal libro di Fritjof Capra “Il Punto di Svolta”. Questo libro si incentra sul bisogno di un nuovo “paradigma”, una nuova visione della realtà, un cambiamento fondamentale del nostro modo di pensare, delle percezioni e dei valori. I valori dello “holism” che l’ omeopatia propone enfaticamente. Il libro tratta dei sistemi di interpretazione della vita in termini di mente, coscienza ed evoluzione; gli approcci olistici corrispondenti a salute e guarigione; l’integrazione degli approcci Occidentali ed Orientali alla psicologia ed alla psicoterapia; una nuova struttura concettuale pere l’economia e la tecnologia; e poi la prospettiva ecologica e femminista, spirituale nella sua essenza naturale, che condurrà a grandi cambiamenti nelle nostre strutture sociali e politiche.
    Citerò qui una frase tratta dal mio capitolo preferito ‘Il Modello Biomedico’, “Concentrando l’attenzione su frammenti sempre più piccoli del corpo umano, la medicina moderna sovente perde di vista il paziente come essere umano, e riducendo la salute a funzionamento meccanico, non è più in grado di gestire il fenomeno della guarigione”. Vedete, sembra sentire parlare un omeopata!
  4. Ci parli della sua pratica clinica. Quali sono gli ambiti e i limiti della omeopatia nel trattamento delle patologie del mondo moderno?
    Ajit: Il mio lavoro è quello di un omeopata classico, sebbene il termine classico è relativo. Generalmente utilizzo un solo rimedio ma non applico una terapia basata su una singola dose con tutti i pazienti. Sono convinto che “quando un individuo necessita di una ripetizione, questa va ripetuta, quando non è necessaria, non si ripete”. Questa è la regola d’oro e ritengo che corrisponda ad un atteggiamento scientifico. La scienza definisce quando la dose è necessaria e quando non lo è. Una ripetizione non necessaria può portare ad un aggravamento e all’insuccesso. Allo stesso tempo, anche una mancata ripetizione può essere causa di insuccesso e possiamo considerare questa una affermazione autorevole. Principalmente applico un approccio costituzionale ma non esito ad utilizzare tinture madri, nosodi, sarcodi, rimedi intercorrenti nonché organ remedies, ove necessario. L’applicazione della legge sostiene che l’omeopatia guarisce i casi guaribili mentre agisce da palliativo nei casi inguaribili. Ciascuna terapia ha i propri ambiti e limiti e l’omeopatia non può fare eccezione. Il mondo moderno e troppo imponente e ad un polo consente di abbracciare l’ampia gamma di oggetti che vengono prodotti e disseminati, e all’altro polo de-umanizza in modo subdolo e manipolativo.
    L’uomo moderno è costretto subirne l’impatto e di conseguenza lo stress e le malattie legate allo stile di vita. L’omeopatia ha il vantaggio di una visione totalizzante e tenta di risolvere il problema non in modo frammentario ma in sintesi.
  5. “Ritiene che l’omeopatia sia adatta soltanto per le malattie croniche o anche per le malattie acute?”
    Ajit: Si dice che l’intervistato deve porsi questa domanda a causa della situazione vigente. Nella mia esperienza (come pure in quella di migliaia di omeopati in ogni parte del mondo) è che l’omeopatia è efficace sia nei casi acuti che in quelli cronici. Per curare i casi acuti dobbiamo conoscere come costruire la totalità degli acuti, quali sono i fondamenti e qual’ é la filosofia dei casi acuti. Una delle ragioni di insuccesso nei casi acuti è che inseguiamo i sintomi e perdiamo di vista la totalità. Vede, i nostri predecessori curavano molti casi acuti gravi quando non c’erano gli antibiotici e gli steroidi; le nostre pubblicazioni abbondano di questi casi. Ogni ospedale deve avere un reparto omeopatico e ciascun paziente deve poter ricevere anche una cura omeopatica. Ciò aprirà molte prospettive nella conoscenza della potenzialità dei rimedi omeopatici.
  6. “Quale dovrebbe essere il ruolo dell’ Omeopatia nei casi di Emergenza e della Chirurgia?”
    Ajit: Dovremmo innanzitutto sapere di quale tipo di emergenza si tratta, quale/i organo/i sono interessati, da quale patologia sono affetti e qual’ è il passo di sviluppo della patologia. La nostra esperienza nei casi acuti di ictus sia cardio-vascolare che cerebro- vascolare è molto soddisfacente per cui raccomandiamo caldamente una cura omeopatica precoce in tutti i casi di ictus. Grande incomprensione e confusione prevalgono riguardo a ruoli rispettivi, nonché ai tipi di relazione fra omeopatia e chirurgia. L’omeopatia non si è mai opposta ad un onesto intervento chirurgico. Ma occorre definire nei dettagli il termine “onesto”. La letteratura omeopatica dimostra ampiamente l’efficacia dei rimedi omeopatici in una quantità di condizioni chirurgiche. Come scritto dal Dott. Pulford, il ben noto omeopata, “ogni chirurgo deve avere tra i suoi conoscenti un medico omeopata”. Ciò ha l’effetto di evitare molte inutili operazioni chirurgiche. Casi di ascessi, adenoidi, calcoli, carbuncles, otiti croniche, cisti, tonsille rigonfie, prostate rigonfie, emorroidi, fissure, fistole, cancrene, papilloma, sinusiti, ulcera peptica, polipi, tumori (compreso quelli maligni), stenosi, vene varicose, ecc. rispondono favorevolmente ai rimedi omeopatici.
    Anche in questi casi, l’omeopatia sostiene che la chirurgia è necessaria soltanto quando non funziona la terapia medica e che generalmente il ricorso alla chirurgia testimonia l’insuccesso della medicina. La malattia si sviluppa da un disturbo dell’economia interna e deve quindi essere curata internamente. Inoltre, la chirurgia si occupa dei risultati della malattia e non della causa. La cause e nella costituzione stessa in tutte le sue forme, funzioni,e struttura e richiede una cura terapeutica costituzionale.
  7. “In quale misura il risultato di medicine omeopatiche può essere influenzato da odori, sostanze, ecc.?” Ajit: Se il rimedio omeopatico scelto è giusto, funziona. Il rimedio più simile o il simillimum ha in sé il potenziale di agire nonostante gli ostacoli. Tuttavia, consiglio ai miei pazienti di tenere ogni sostanza dall’odore forte lontana dai rimedi omeopatici e porre almeno mezz’ora (prima e dopo) l’assunzione di un rimedio omeopatico e di una sostanza dall’odore forte.
  8. “Quanto è cruciale per gli omeopati partecipare alla sperimentazione del rimedio?”
    Ajit: Questo è un ruolo davvero cruciale. Ciascuno studente di omeopatia o ciascun omeopata deve sperimentare almeno cinque rimedi, diciamo un rimedio all’anno. Quando uno studente sperimenta l’azione potenziale di un rimedio omeopatico e riferisce tale esperienza in termini di sintomi, sensazioni, sentimenti, sogni, delusioni, risposte comportamentali e segnali in termini di linguaggio del corpo, incomincia a credere nell’omeopatia, che non è soltanto placebo, che come essere umano sono in grado di sperimentare l’azione dinamica della medicina ed esprimerla in termini realistici. Inoltre, la “sperimentazione del rimedio” svolge un ruolo determinante nella formazione di un omeopata. Le sue introspettive e interattive lezioni e discussioni di casi disponibili in forma di libri sono invero fonte di ispirazione ed apprendimento per un serio omeopata. Una conoscenza pratica di questo tipo è essenziale per l’applicazione dei concetti teorici nella applicazione pratica della filosofia omeopatica.
  9. “Qual’ è la sua opinione circa la condivisione delle sua esperienze con gli studenti?”
    Ajit: Nessun lavoro di nessun genere può sostituire quanto l’omeopata può dare allo studente dedito all’omeopatia. L’Omeopata ci fornisce la filosofia di vita e ci rende consapevoli dei nostri caratteri umani. Dico sempre che sono il prodotto di due giganti dell’omeopatia – uno come un leone il Dott. M.L. Dhawale e l’altro come una mucca il Dott. P.I. Tarkas. Entrambi hanno avuto un posto importante nella mia carriera. Iniziai a lavorare come insegnante internazionale nell’anno 2004 e questa esperienza mi ha aiutato ad andare oltre la conoscenza della dimensione acquisita fino ad allora degli essere umani e della omeopatia. Tenni più di 50 seminari all’estero, tenni conferenze su oltre 100 argomenti e scrissi più di 100 pubblicazioni. La letteratura prodotta come parte di tali seminari è enorme e sarà certamente di aiuto ai medici omeopati. La mia fatica letteraria è stata tradotta in molte lingue e 20 dei miei libri in lingua russa ne sono testimoni, oltre ai miei libri in lingua inglese pubblicati dall’editore da B. Jain publishers di New Delhi. Mi sento in dovere di citare i miei organizzatori di paesi diversi, quali la Bulgaria, la Russia e Israele che mi hanno motivato ad esplorare la omeopatia.
    Molto lavoro rimane ancora da fare. La letteratura omeopatica va dalla dubbiosa all’autentica, mentre abbiamo bisogno di un lavoro sistemico e creativo che sia utile agli studenti quanto ai medici. La mia esperienza con gli studenti sia in India che all’estero è molto piacevole. Gli studenti hanno bisogno di un approccio e di una spiegazione scientifica per ciascuna azione, il che comporta un grande sforzo da parte dell’insegnante. Devo dire qui che i miei studenti ed i mei pazienti sono i miei migliori insegnanti.
    Vedo un futuro luminoso per l’omeopatia perché l’omeopatia, a cause del suo merito intrinseco, si sta diffondendo in ogni angolo del mondo. Le nuove generazioni prendono seriamente l’omeopatia ed amano il sistema omeopatico perché è razionale, perché sfida l’intelletto. Devo citare anche un altro aspetto. La tendenza al gruppo è aumentata fra gli studenti e la spaccatura nella professione medica si va allargando.
    Devo dire ai neofiti omeopati che tutti i concetti, le idee, i metodi hanno una loro collocazione, ma dovrebbero superare la legge stessa dei simili sulla quale si basa la salubre scienza dell’omeopatia. Sono tre i nemici dell’omeopatia – un intelletto sotto la media, uno pseudo intelletto, e un super intelletto. E’ sufficiente essere logico e razionale e credere strenuamente nella legge dei simili e sono certo che questo farà del bene a tutti.
  10.  “Cosa pensa sia più gratificante come professionista – la pratica medica, l’insegnamento, scrivere o la ricerca? Oppure cosa è stata/o sarà la sua realizzazione gratificante come omeopata?”
    Ajit: Ogni aspetto, sia questo l’insegnamento, la scrittura o la pratica è per me gratificante. Poiché nessuna attività è isolata: è sempre interconnessa o interdipendente. Il mio scrivere è ciò che affronto come clinico; cerco di trovare soluzioni alle mie indagini. Svolgo la mia pratica professionale cercando di essere un buon guaritore e il mio insegnare ha il senso dell’amore per la modifica del pensiero, del sentimento e dell’azione! La cosa più gratificante è il viaggio stesso! Sono felice di aver trovare la via invece di annaspare nel buio. L’omeopatia mi illumina, mi dona luce e delizia. L’Onnipotente mi ha affidato il lavoro stupendo della materia medica, del repertorio e del linguaggio del corpo. Ci sono molti altri progetti e la loro realizzazione sarà possibile se la professione medica ne provvederà la necessaria motivazione ed aiuto.
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