Chi mangia vegano o chi sceglie la medicina alternativa è scientificamente ignorante?

Chi mangia vegano o chi sceglie la medicina alternativa è scientificamente ignorante?

by / giovedì, 30 luglio 2015 / Published in Archivio
Doctor holding a medicine packet

spunto dall’articolo apparso su: http://temi.repubblica.it/micromega-online/micromega-52015-almanacco-della-scienza-in-edicola-dal-23-luglio/

Silvio Garattini – Curarsi con l’acqua fresca. Qualche parola scientifica su omeopatia e dintorni

Omeopatia, diete vegane, erbe curative, cure miracolose, rifiuto dei vaccini: in ambito medico purtroppo le pratiche del tutto infondate scientificamente si diffondono con grande rapidità, facendo leva talvolta sulla disperazione ma molto più spesso sull’ignoranza scientifica diffusa, per cui, per esempio, si fa molta fatica a capire che cosa significhi davvero il nesso causa-effetto. Certo, la responsabilità è anche dei medici e della comunità scientifica in generale, spesso arroccata nella propria torre d’avorio.

La maggior parte dei pazienti che incontro nel mio studio sono persone che arrivano con una richiesta precisa: genitori che dopo ripetuti cicli di antibiotici e cortisonici ritengono che il loro bimbo non stia beneficiando del trattamento farmacologico convenzionale, malati cronici che via via vedono aumentare il numero dei farmaci che devono assumere e i loro disturbi. Si tratta di pazienti che per lo più hanno ascoltato la testimonianza positiva di loro amici o conoscenti, hanno cercato informazioni da fonti diverse e dopo aver riflettuto a lungo decidono di richiedere un secondo parere, possibilmente di impostazione diversa dal primo che li ha lasciati delusi nella loro richiesta: guarire o per lo meno migliorare la qualità di vita.

Ho molto rispetto dei pazienti che vengono da me, prima di tutto perché mi stanno dimostrando la loro fiducia (per il solo fatto di avermi scelto) e perché penso che, anche se non hanno studiato medicina, posseggono una capacità logica e la competenza di sé necessaria ad osservarsi e ascoltarsi e raccontarsi e tutto questo è fondamentale per lavorare con l’omeopata.

Cerco anche di ritagliarmi il tempo di spiegare che l’omeopatia è una “medicina dell’esperienza” e che i dati derivano dall’osservazione del rimedio i cui effetti si osservano nel soggetto sano che lo sperimenta e sono verificati nel momento in cui sono in grado di guarire quegli stessi sintomi nella persona malata.

A volte il paziente cerca rassicurazioni rispetto agli effetti collaterali. E qui qualcuno direbbe ironicamente che “Tanto è acqua fresca”, ma fortunatamente una schiera di scienziati (tra cui Luc Montagnier, per citarne uno forse più conosciuto) ci indicano la fisica quantistica (nanoparticole evidenziate con il microscopio atomico) e gli studi di chimica più recenti (coloranti solvatochromici per le diluizioni omeopatiche) gli strumenti utili a spiegare i rimedi omeopatici. Siamo ancora lontani invece da poter spiegare come possano avvenire cambiamenti così eclatanti nel corpo di chi sperimenta un rimedio omeopatico.

Il problema di non avere gli strumenti o l’approccio adatto a spiegare un fenomeno evidente non significa che tale fenomeno non esista e questo lo comprendiamo pensando a cosa ha subito Galileo affermando che la Terra gira intorno al sole!

Voi cosa ne pensate?

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